Scotti: "Questo passo rappresenta l'inizio della semplificazione burocratica per la gestione territoriale di opzioni terapeutiche innovative ed efficienti". Buzzetti (Sid): "Migliorano l'aderenza e la gestione della malattia"
Un accesso più ampio e più semplice, alle terapie innovative per oltre un milione di italiani con diabete mellito di tipo 2 seguiti esclusivamente dal medico di medicina generale. È questo il risultato dell'aggiornamento, entrato in vigore il 19 luglio, della Nota 100 da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). La novità riguarda l'estensione della prescrivibilità delle associazioni fisse o estemporanee dei farmaci appartenenti alle classi oggetto della Nota ai medici di medicina generale e a tutti gli specialisti del Servizio sanitario nazionale autorizzati. Inoltre, solo per gli inibitori del SGLT2 e gli inibitori del DPP4, da soli o in associazione, è stata abrograta la scheda prescrittiva.
"Si tratta di un'ottima notizia per la salute di tutti quei pazienti con diabete tipo 2 che per un motivo o per l'altro sono seguiti esclusivamente dal medico di famiglia - afferma Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana medici di famiglia -.
"La recente riclassificazione delle gliflozine rappresenta un passo importante verso una medicina più accessibile a tutti e in particolare alla persona con diabete. La possibilità di distribuire" questi trattamenti "anche nella farmacia territoriale, senza necessità di un piano terapeutico, segna proprio un cambiamento di paradigma. Non è solo una semplificazione burocratica - che già rappresenta un enorme passo in avanti - ma è anche un riconoscimento del valore di questi farmaci nella gestione del diabete tipo 2 e della prevenzione delle complicanze", spiega Raffaella Buzzetti, presidente Società italiana di diabetologia (Sid), "E' un segnale che va nella direzione di una maggiore autonomia gestionale da parte dei clinici e del trattamento della cronicità - osserva Buzzetti - Per la persona con diabete, una semplificazione nella gestione della sua patologia si può tradurre in una maggiore aderenza" alle cure, condizione "fondamentale" per il successo terapeutico.
Come è noto, "la scarsa aderenza" alle cure è un problema che si riscontra nel trattamento delle malattie croniche, perché "i farmaci da assumere sono tanti - illustra la presidente Sid - Più è semplice anche potersi procurare i farmaci", come nella farmacia sotto casa, "maggiore è la disponibilità della persona con diabete", in questo caso, "a procurarseli e quindi a seguire la terapia. Se infatti la persona deve semplicemente rivolgersi sul territorio", soprattutto se "vive in zone di campagna o di montagna", distanti dagli ospedali, "certamente è facilita nella quotidianità" e nell'accesso alla terapia.
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