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L’Intersindacale scrive a Governo e Regioni e denuncia il finanziamento al privato

Sindacato Redazione DottNet | 26/05/2025 16:17

Mancano fondi per servizi e personale, ma si finanziano le farmacie e il privato. Sotto accusa anche i ritardi nella spesa del Pnrr e il mancato rinnovo dei contratti del personale sanitario

’Intersindacale dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari (Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Fvm, Uil Fpl Medici e Veterinari) lancia un nuovo, accorato allarme sulla situazione del Servizio Sanitario Nazionale. Con una lettera inviata ai Ministeri competenti, alle Regioni e alle Commissioni Sanità di Camera e Senato, i sindacati denunciano il “pericoloso immobilismo” delle Istituzioni di fronte alla crisi del Ssn.

“Mancano risorse per servizi, personale, formazione e contratti – spiegano – ma si continua a finanziare il privato e a esternalizzare servizi essenziali”.


Secondo l’Intersindacale, mentre si tarda nel garantire i finanziamenti promessi per l’indennità di specificità sanitaria e per le specializzazioni (appena 70 milioni di euro complessivi), lo Stato è pronto a trovare quasi 600 milioni per il nuovo sistema distributivo dei farmaci ad alto costo e ad alto monitoraggio. Farmaci che, fino a pochi mesi fa, erano dispensati direttamente dalle Asl, senza oneri aggiuntivi per le casse pubbliche, ma che oggi saranno gestiti tramite le farmacie territoriali nel sistema DPC (distribuzione per conto delle Regioni).

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Non si fermano qui le critiche dell’Intersindacale, che richiama l’attenzione sul progressivo trasferimento di servizi diagnostici alle farmacie di comunità, nell’ambito del programma della “farmacia dei servizi”. Una scelta che, secondo i sindacati, comporta rischi per la qualità della diagnosi – garantita invece dai laboratori pubblici, anche grazie ai fondi del Pnrr – e aumenta la spesa inappropriata, con vantaggi economici solo per i privati. A confermare questa “deriva privatistica”, l’Intersindacale richiama anche i dati della Corte dei Conti, che ha recentemente evidenziato “un forte ritardo” nella spesa della Missione 6 del Pnrr per investimenti strutturali, digitalizzazione e assistenza territoriale. Risorse previste dal DM77/2022, fondamentali per rafforzare la sanità pubblica ma ancora bloccate.

A completare il quadro di criticità, i sindacati ricordano che i contratti di lavoro del personale sanitario, relativi al triennio 2022-2024, sono scaduti a dicembre 2024 e non sono mai stati oggetto di negoziazione. Un mancato adeguamento che, unito alle difficoltà strutturali del Ssn, rischia di “svuotare ulteriormente il Servizio Sanitario Nazionale delle professionalità necessarie”. “La tensione tra i professionisti e all’interno della società civile cresce in modo esponenziale – avvertono i sindacati – e senza soluzioni adeguate, si azzererà a breve il nostro welfare, la tutela delle fasce più fragili e il diritto alla salute garantito dalla Costituzione”. Un appello che si conclude con un monito al Parlamento, affinché vigili su questo “vero e proprio attentato al Ssn” e agisca prima che sia troppo tardi.

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