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L'obesità come sfida globale: tra cultura, medicina e innovazione terapeutica

Redazione DottNet | 14/04/2025 16:54

Nel suo libro "Salute e cultura alimentare globalizzata", il prof. Silvio Buscemi esplora l’obesità come fenomeno complesso, che va oltre la semplice alimentazione scorretta. Mangiare è un atto culturale, sociale, emotivo e biologico, e affrontare l’obesità richiede il coinvolgimento di saperi diversi: medici, ma anche sociologi, urbanisti, comunicatori e decisori politici. Oggi viviamo in un ambiente “obesiogeno”, che facilita abitudini malsane. Ma per contrastare efficacemente l’obesità servono interventi integrati: dalla prevenzione nelle scuole e nelle città fino all’impiego, in alcuni casi, di nuovi farmaci che agiscono sui meccanismi biologici che regolano la fame e la sazietà. Dal punto di vista terapeutico, dopo decenni di attesa, oggi sono disponibili farmaci efficaci per trattare l’obesità, nati da anni di ricerca clinica. Si tratta di strumenti importanti, utili soprattutto per chi non riesce a ottenere risultati con la sola dieta. Ma non sono una scorciatoia: i farmaci aiutano a “rimettere in equilibrio” meccanismi biologici che, per motivi genetici o neuroendocrini, non funzionano correttamente in alcune persone. La decisione di cosa e quanto mangiare, infatti, non è sempre sotto il pieno controllo della nostra volontà: ci sono aree cerebrali profonde che regolano fame, sazietà e gratificazione, e che possono essere influenzate dalla genetica, dallo stress e dal contesto. Il prof. Buscemi sottolinea che oggi il vero salto di qualità è nell’integrazione tra approccio nutrizionale, supporto psicologico e terapia farmacologica. L’obiettivo non è semplicemente perdere peso, ma ritrovare un equilibrio duraturo, migliorare la qualità della vita e aderire a uno stile alimentare sano, preferibilmente ispirato alla dieta mediterranea. E ribadisce con forza: la soluzione non è "curare tutti con i farmaci", ma offrire il giusto strumento alla persona giusta, tenendo conto delle sue condizioni, della sua storia e delle sue difficoltà. È solo l’inizio di una rivoluzione terapeutica che, se accompagnata da una rinnovata consapevolezza culturale e sociale, potrebbe realmente cambiare il destino di milioni di persone nel mondo.

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